La Borsa di Mosca ha tirato oggi un sospiro di sollievo dopo la paura per la caduta della maggior parte dei titoli avvenuta ieri, dopo che Putin ha ritirato le sue truppe dal confine con l’Ucraina. Sembra che il pericolo di una guerra sia ormai scongiurato, e si spera che la situazione possa migliorare nel più breve tempo possibile.
Ma se così non fosse, quali sarebbero le conseguenze per l’Italia e per l’Europa?
L’Ucraina, se guardata da un punto di vista prettamente macro economico, sembra essere un paese con una scarsa rilevanza, dato che il suo Pil rappresenta solo lo 0.4% della ricchezza prodotta nel mondo. Ma l’importanza di questo stato cambia se analizzata da un punto di vista strategico: dall’Ucraina passano molti gasdotti e oleodotti che partono dalla Russia e arrivano fino a noi.
► Il rischio per le imprese legato al conflitto in Ucraina
Nello specifico, dall’Ucraina passa l’11% del petrolio e il 19% del gas naturale che ogni anno vengono utilizzati nel mondo, la maggior parte in Italia e nel resto d’Europa. Questo petrolio e questo gas naturale arrivano dalla Russia che, nel caso di guerra, potrebbe chiudere i i ‘rubinetti’, il che porterebbe un innalzamento dei loro prezzi.
Da qui, ovviamente, si arriverebbe ad un aumento dei prezzi di tanti prodotti, non solo gas e petrolio, il che metterebbe in seria difficoltà l’Europa che già versa in condizioni particolarmente difficili.
► La crisi in Ucraina e il rischio di costi più alti per i consumatori
Ma questo scenario sembra improbabile: la Russia per prima non ha alcun interesse a limitare la quota di greggio e di gas naturale che ogni anno vende agli altri paesi e, dato che le infrastrutture per il trasporto di gas e petrolio sono costose e difficili da realizzare, non potrebbe neanche trovare degli acquirenti sostitutivi nel breve termine.