La caduta del Governo Monti (il ‘Professore’ si dimetterà dopo l’ok alla Legge di Stabilità) ha fatto si che non si verificherà un accorpamento delle Province.
In altri termini, il tanto vituperato decreto che prevedeva l’unione di alcune zone sotto un unica provincia, non si farà. Erano 107 Province e resteranno 107 province.
In definitiva le province rimarranno 107. La questione, tuttavia, è molto più delicata del previsto. I cittadini potrebbero comunque non disporre più di una serie di agevolazioni essenziali.
Ne ha parlato il presidente della Provincia di Savona, Angelo Vaccarezza. Vaccarezza, che è anche vicepresidente dell’Unione Province Italiane, fa risalire l’inizio della vicenda al famoso ‘Decreto Salva Italia’, previsto dall’articolo 23. Il Decreto stabiliva che ogni provincia doveva essere privata dalle sue competenze, trasferite nelle mani delle Regioni e dei Comuni, i quali avrebbero dovuto stabilire entro il 31 dicembre 2012 quali servizi delegare alle province. Una sorta di ‘boomerang burocratico‘.
Nel ‘Tira e molla’ di servizi da spartire tra Regioni, Comuni, e Province, quello che rimane è una consequenziale ricaduta economica. Settori quali viabilità e mobilità sono al momento oggetto di un passaggio di mano da gestore a gestore. La loro gestione prevede una spesa di quasi 1 miliardo e 450 milioni di euro.
Resta da sciogliere, inoltre, il nodo relativo all’edilizia scolastica, e dunque l’amministrazione di più di 5.000 istituti (entrando nel dettaglio si tratta di 120.000 classi, ‘riempite’ da più di 2 milioni e 500.000 allievi. Una spesa, quest’ultima, che come sottolinea Vaccarezza si aggira intorno ai 2 miliardi e 210 milioni di euro. Senza pensare a gestione e tutela ambientale, al problema dello smaltimento dei rifiuti, riguardanti una spesa di circa 3 miliardi e 200 milioni di euro.
Tutti sono in attesa degli sviluppi, così da evitare il problema più grande: il rischio del dissesto delle province.