Elezioni concluse ma nessun vero vincitore proclamato. Come dice Angelino Alfano ‘too close to call‘, ossia troppo poco scarto tra un candidato e l’altro per poter davvero decretare il vincitore. Tutti i media parlano di un risultato che porterà, molto probabilmente, a dover ripetere il voto forse anche prima della fine dell’anno.
Il motivo? Una sostanziale parità di preferenze espresse dagli italiani ai tre maggiori partiti in gara, che non danno la possibilità di creare un governo di maggioranza coeso e coerente. Di seguito riportiamo le percentuali esatte di queste elezioni politiche 2013.
Affluenza
75,19% degli aventi diritto al voto, per un totale di 42.272.957 elettori
Senato
Pierluigi Bersani (PD, Sel) 31,6%
Silvio Berluconi (Pdl, Lega Nord) 30,7%
Beppe Grillo (Movimento 5 Stelle) 23,8%
mario Monti (Lista Monti, UDC, FLI) 9,1%
Antonio Ingroia (Rivoluzione Civile) 1,79%
Oscar Giannino (Fermare il Declino) 0,90%
Camera
Pierluigi Bersani (PD, Sel) 29,6%
Silvio Berluconi (Pdl, Lega Nord) 29,2%
Beppe Grillo (Movimento 5 Stelle) 25,5%
Mario Monti (Lista Monti, UDC, FLI) 10,5%
Antonio Ingroia (Rivoluzione Civile) 2,24%
Oscar Giannino (Fermare il Declino) 1,1%
Cosa significano queste percentuali?
Le percentuali da sole parlano relativamente, soprattutto perché con le legge elettorale con la quale abbiamo votato i meccanismi di attribuzione dei premi di maggioranza fanno sì che la situazione si discosti leggermente dalla realtà dei numeri.
L’Italia, comunque, come tutti anticipavano e prevedevano, non è riuscita a darsi un governo con le queste elezioni. Una figura di fronte al mondo che ci sta guardando con molta attenzione da un po’ di tempo. Un’occasione, forse, sprecata per il popolo italiano che, e la possibilità di fa ogni ora più plausibile, potrebbe dover tornare al voto tra pochissimi mesi.
Sono in pochi, infatti, a credere che questo nuovo governo possa avere lunga vita. Nella maggior parte dei casi la sua durata è stimata tra sei mesi ed un anno.
In pratica la coalizione di centro sinistra è riuscita a vincere alla Camera con solo mezzo punto di distacco dal centro destra che consente, comunque, di attribuirsi il premio di maggioranza. Quindi, se di vittoria si parla, si tratta di una vittoria ottenuta sul filo di lana e solo grazie all’alleanza del Pdl con il Sel di Nichi Vendola.
Al Senato, invece, non c’è maggioranza: il centrodestra è riuscito a conquistare 115 seggi e il centrosinistra 120, quindi entrambe le coalizioni sono parecchio distanti dai 158 seggi necessari ad ottenere la maggioranza assoluta, ma il Pdl è riuscito ad aggiudicarsi le regioni decisive: Lombardia, Veneto, Campania e Puglia.
A nessuno dei due, quindi, gioverebbe una ulteriore alleanza con Mario Monti, che ha ottenuto solo 16 senatori.
Rivelazione, annunciata, il Movimento a 5 Stelle, che al Senato ottiene 58 seggi.