Senza dubbio, non sarebbe facile uscire dall’Euro e tornare alla vecchia moneta nazionale. Il passaggio dall’Euro ad una Nuova Lira sarebbe alquanto doloroso.
Cambiare nuovamente moneta comporterebbe numerose conseguenze per lo Stato, nonché per le famiglie e per le aziende.
Ritorno alla Lira: gli ostacoli per lo Stato
Tutti i titoli di debito pubblico (BOT, BTP e affini) sono attualmente denominati in Euro. Un abbandono della moneta unica porterebbe lo Stato di fronte ad alcune scelte. Lo Stato, per dirne una, dovrebbe procedere ad una faticosa ridenominazione di tutti i titoli di debito nella nuova moneta. Una sorta di “default”. La nuova moneta, in altri termini, si svaluterebbe subito dal 30% al 50% rispetto a quella unica europea.
Ritorno alla Lira: gli ostacoli per le aziende
Pensiamo ai debiti contratti in Euro, specialmente con le Banche straniere. La conversione e successiva svalutazione della nuova lira farebbe si che ripagare i debiti in valuta “forte” (Euro) diventerebbe insostenibile. Il ritorno alla lira non favorirebbe la competività delle aziende, e in più provocherebbe fallimenti di massa.
Ritorno alla Lira: gli ostacoli per le famiglie.
In odore di conversione forzata dei depositi da euro in nuove monete nazionali, partirebbe la corsa agli sportelli delle banche per ritirare i propri risparmi in euro, metterli dentro una valigia e precipitarsi verso il più vicino paese ancora dell’area euro per versarli su un conto corrente. Ovviamente questa scelta “razionale” del risparmiatore verrebbe impedita dalle autorità con controlli molto stretti e severi alla frontiere.
Un altro esempio? Il potere di acquisto dell’italiano medio crollerebbe. Si avrebbe un’ingente perdita media del reddito per ogni cittadino dello Stato che abbandona l’Euro nel primo anno della nuovo/vecchio conio.