Dopo che la globalizzazione si è imposta anche in Italia si è parlato di Robin Tax. La tassa di Robin Hood che doveva colpire i ricchi per aiutare la collettività.
► Per la Corte dei Conti ci sono troppe tasse
Nel 2008 è stato proposto un provvedimento in cui l’etica doveva essere l’idea ispiratrice. La Robin Tax riguardava alcune tipologie di imprese, ma non mancavano gli scettici. Nel 2011 il Ministro dell’economia Giulio Tremonti, in un periodo di crisi economica, ha inserito la Robin Tax nella manovra bis aumentando l’Ires dal 6,5% al 10,5% ed estendendo i settori che interessano la tassa che erano quelli petrolifero e della produzione di energia.
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Ora l’Autorità dell’Energia Elettrica e del Gas ha mostrato come la Robin Tax ha portato ad uno svantaggio per i consumatori. In 199 casi su 476 è stato dimostrato che la tassa è scaricata sui consumatori.
La relazione sull’attività di vigilanza del 2012 si riferisce ai due anni precedenti e mostra casi in cui la tassa ha portato ad una maggiorazione dei prezzi. L’Autorità dell’Energia Elettrica e del Gas afferma che “è ragionevole supporre che per ripagarsi la Robin Tax gli operatori recuperino la redditività sottratta dal maggior onere fiscale aumentando il differenziale tra i prezzi di acquisto e i prezzi di vendita”. Una situazione che contribuisce a fare aumentare lo spread con una variazione dovuta all’effetto prezzo che l’Autorità indica in circa 0,9 miliardi di Euro.