L’Autorità per l’energia ha segnalato che in questo m omento ci sono almeno 199 casi in cui le imprese energetiche che pagano la Robin Tax, poi scaricano la stessa sui consumatori, nonostante questa “pratica” sia vietata dalla legge. A dirlo è il rapporto dell’Autorità per l’energia che quantifica anche i termini di questa situazione.
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Secondo il report in questione, dunque, ci sarebbero circa 1,6 miliardi di euro di incrementi dei margini di profitto delle imprese, legati al fatto che, nonostante il divieto di traslazione, c’è stato un incremento dei profitti.
La legge, in questo senso, tutela i consumatori, vietando alle imprese di scaricare con una maggiorazione delle imposte sui prezzi al consumo, il peso delle tasse che spettano loro. L’Autority ha avuto modo di registrare l’irregolarità, visto che la vigilanza sulla Robin Tax era prevista proprio per evitare queste situazioni.
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La Robin Tax è un’addizionale Ires per le imprese energetiche, introdotta nel 2008, che deve restare a carico delle imprese e non essere tradotta in una maggiorazione del prezzo della benzina o del gasolio. Le imprese sembrano non aver tenuto conto di questa normativa e la situazione è assolutamente tragica. 199 operatori su 476, infatti, hanno violato il divieto: 105 operano nel settore dell’energia elettrica e del gas, mentre gli altri 94 si occupano del comparto petrolifero.