Salario minimo, nuove assunzioni, nuovi contratti, nuove possibilità per i giovani: questo il fine del piano lavoro del governo Renzi. Oltre al decreto legge Poletti sui contratti di lavoro a termine e sull’apprendistato, è giunto in Senato anche il disegno di legge che delega al Governo la riforma degli ammortizzatori sociali.L’obiettivo è quello di rivedere la cassa integrazione e di introdurre l’assegno universale di disoccupazione. Il Ddl Poletti prevede, infatti, l’universalizzazione dell’Aspi (Assegno per la Disoccupazione Involontaria) “con estensione ai lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa e con l’esclusione degli amministratori e sindaci” prevedendo, prima dell’entrata a regime, “un periodo almeno biennale di sperimentazione a risorse definite”.
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E “l’introduzione, eventualmente in via sperimentale di ulteriori tipologie contrattuali espressamente volte a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, con tutele crescenti per i lavoratori coinvolti”, e l’introduzione, anche questa “eventualmente in via sperimentale, del compenso orario minimo, applicabile a tutti i rapporti aventi ad oggetto una prestazione di lavoro subordinato, previa consultazione delle parti sociali più rappresentative sul piano nazionale”.
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Altre novità sono inerenti al numero di volte che il contratto a tempo determinato può essere prorogato, 8 volte in 36 mesi, a condizione che il contratto faccia riferimento alla stessa attività lavorativa; pertanto la mansione non potrà essere diversa, mentre prima era ammessa nell’ambito del contratto da lavoro, solo una proroga; e il numero complessivo dei rapporti di lavoro a termine che vengono instaurati da ciascun datore di lavoro.