Il presidente dell’INPS Tito Boeri ha fatto la proposta di istituire un salario minimo per gli over55. Secondo il ministro del Lavoro Poletti prima di considerare il criterio anagrafico bisogna prendere in considerazione il requisito lavorativo, ovvero dare priorità a chi è in là con gli anni e ha perso il lavoro.
Il salario minimo entra nell’agenda dell’Esecutivo dopo che la proposta di Tito Boeri, presidente dell’INPS è stata digerita anche dal ministro Poletti il quale, però, effettua una variazione dal tema facendo lo zoom su una fetta di lavoratori particolare, cioè coloro che hanno perso l’impiego ma sono già avanti con gli anni.
> Come funzionerebbe il salario minimo
Per il ministro, infatti, chi perde il lavoro, è avanti con l’età ma nonostante gli ammortizzatori sociali non matura i requisiti per andare in pensione, entra a pieno titolo nel gruppo dei cittadini che sono un problema sociale da affrontare. Il salario minimo va dato prima a loro e poi si può pensare ad allargare la platea.
Il Jobs Act e tutte le novità contrattuali introdotte, non hanno certo come obiettivo quello di far saltare tutto l’impianto contrattuale tricolore ma bisogna aprire un confronto con gli attori che intervengono nel panorama lavorativo, confrontarsi con le parti sociali e capire com’è possibile venir fuori da una situazione critica senza fare troppe “vittime”.
Intanto arriva l’OK di Confindustria al salario minimo che però dovrà rispettare regole chiare e prevedere dei controlli precisi. Non ci sarebbero secondo l’unione degli industriali, dei rischi per i contratti collettivi ma solo l’idea di sostenere i disoccupati nel percorso di ricerca di una nuova occupazione.