Saldo positivo per le imprese italiane nel 2013 tra aperture e cessazioni

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 Anche per il 2013 il saldo tra le aperture di nuove imprese e le cessazioni di attività in Italia è rimasto positivo. L’anno di crisi, si chiude, quindi, con un sospiro di sollievo almeno a guardare ai dati recentemente diffusi dalla Cgia di Mestre, che ha analizzato i risultati dei primi nove mesi dell’anno. 

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Saldo positivo, dunque, per le aziende italiane, che a fronte di oltre 296 mila nuove iscrizioni hanno fatto registrare nello stesso periodo solo poco più di 288 mila chiusure. Le imprese presenti sul suolo italiano, quindi, hanno felicemente superato il numero di 6 milioni, con un saldo di oltre 7 mila unità solo tra gennaio e settembre 2013.

Il modello del family business e le imprese europee

Certo, la crisi economica incide almeno sotto un aspetto. Negli anni passati il saldo tra natalità e mortalità delle imprese italiane era di norma superiore alle cifre attuali. A parte il saldo negativo del 2008, negli ultimi 5 anni le cifre sono state pari almeno al doppio. Nel 2013 le regioni che da questo punto di vista sono risultate essere più attive sono state il Lazio, la Lombardia e la Campania.

Ma ad una analisi più approfondita del fenomeno si scopre anche un altro dato. Le aziende costrette alla chiusura sono in gran parte delle imprese strutturate, mentre negli ultimi tempi c’è stato un vero e proprio boom delle realtà imprenditoriali costituite dai soli titolari, segno evidente che si tratta di aziende costituite da chi, uscito dal mercato del lavoro a causa della crisi, ne rientra sotto altre spoglie. Sono le cosiddette imprese della speranza, suffragate dal fatto che la disoccupazione continua ad aumentare.

 

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