Febbraio 2014: Facebook annuncia di aver acquistato Whatsapp, il sistema di messaggeria più celebre al mondo. E’ passato quasi un anno da questo annuncio che inizialmente aveva colto tutti di sorpresa, ma che faceva parte di una strategia ben più ampia finalizzata allo sviluppo del social network fondato solo dieci anni fa da Mark Zuckerberg.
La cifra messa sul piatto per l’acquisizione è stata pari 19 miliardi, parte in contanti (4 miliardi), parte in azioni (15 miliardi). Una cifra altissima comunque per convincere il co-fondatore e amministratore delegato, Jan Koum, a vendere la società e a sedersi nel consiglio di amministrazione di Facebook.
Zuckerberg aveva già fatto scalpore nel 2012 per il suo shopping tra le start up con i business più adatti a integrarsi con Facebook, rilevando la celebre Instagram: al tempo sborsò poco meno di un miliardo per far sua la popolare applicazione di condivisione di immagini. La cifra, che impallidisce se paragonata con Whatsapp, destò quasi scandalo perché fu versata per un’applicazione creata appena due anni prima. A fornire il valore sono sempre stati i numeri: Instagram ai tempi contava su 30 milioni di utenti registrati, mentre Whatsapp conta su 450 milioni di persone che ogni mese usano il servizio di messaggistica e, secondo Zuckerberg, potrebbe presto arrivare a un miliardo.
Del resto il numero di utenti sale di un milione al giorno e il 70% di loro usa quotidianamente l’applicazione, con un tasso di coinvolgimento superiore a quello degli “amici” di Facebook.
Sottolineano gli esperti:
Durante il 2013 sono state inviati con WhatsApp 200 milioni di messaggi vocali al giorno, 100 milioni di video messaggi e 600 milioni di foto. Twitter, che in Borsa vale oggi poco più di 23 miliardi di dollari, contava alla fine del 2013, una media di “soli” 241 milioni di utenti registrati: nato nel 2006, al suo esordio a Wall Street (novembre 2013), i sito dei cinguettii capitalizzava già 18 miliardi. A cogliere la finestra dei mercati favorevole alle applicazioni e l’onda lunga di Facebook è stata anche la King Digital Entertainment, la società fondata nel 2003 dall’italiano Riccardo Zacconi coi soci Toby Rowland e Melvyn Morris. Dopo essere passata attraverso alcune traversie finanziarie, la società è stata rilevata dai fondi Apax Partner e Index venture, che hanno spinto per portarla in Borsa nel momento più favorevole. Il suo gioco di punta, Candy crush saga, è stata l’applicazione più scaricata nel 2013 e conta su 144 milioni di giocatori al giorno.