Salini è in procinto di fare shopping negli Stati Uniti e continua a credere nella valenza del progetto del Ponte sullo stretto di Messina.
Il gruppo delle costruzioni è disponibile a mettere sul piatto fino a 300 milioni di euro per mettere a segno un’acquisizione oltreoceano.
“Spero che potremmo avere tempi molto ridotti perché l’interesse dell’azienda è di perseguire i piani bruciando le tappe e chiaramente questa è una cosa che riteniamo molto utile”, ha affermato oggi l’amministratore delegato, Pietro Salini , a margine della presentazione della Fondazione E4Impact.
“Ci piacerebbe fare il prima possibile ma bisogna trovare il soggetto giusto e riuscire a farlo non è una cosa semplicissima”, ha aggiunto il top manager, confermando che il prezzo di 300 milioni per l’acquisizione è un investimento compatibile con le scelte del gruppo.
L’ad ha anche commentato l’attuale stato dei lavori per le cessione della controllata, Todini. “Non siamo obbligati a vendere per bolla papale”, ha dichiarato in merito alle trattative. “Stiamo andando avanti, è una cosa complicata, soprattutto mantenere il valore che vogliamo ottenere e i mercati che ci interessano”.
Salini ha spiegato che molti compratori si sono fatti sotto chiedendo esclusive di Paesi e di collaborazioni, ma il gruppo non può dare questo tipo di facilities. “Stiamo valutando tutte le opportunità nel rispetto di quelli che sono gli interessi dell’azienda. Se è interessante bene se no, ciccia”, ha chiarito il numero uno dell’omonimo gruppo, rilanciando infine il progetto del Ponte sullo stretto di Messina.
“Noi siamo sempre pronti, facciamo questo di mestiere, ci piacerebbe farlo, è una bella cosa, lo dico sempre che il Ponte è una risorsa per il Sud, è importante per il Paese”; per questo “spero che si faccia e continuo a crederci”, ha affermato dopo che pochi giorni fa il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha annunciato un ddl sulla controversa opera.