Le trattative tra Associazione bancari italiani (Abi) e sindacato dei bancari in relazione al rinnovo del contratto sono definitivamente saltate.
Questa mattina c’è stato a Milano un confronto durato quaranta minuti circa. Ed è stato sufficiente per far esprimere negativamente i sindacati di categoria che ritengono non si possa andare avanti a queste condizioni. A questo punto, si procederà con ogni probabilità verso una stagione di attivi unitari dei quadri e di assemblee nelle filiali. Tutto ciò potrebbe culminare in un più che corpooso sciopero generale della categoria dei bancari. Già, ma la domanda è “quando?”. Lo sciopero si terrebbe non prima, però, della fine di gennaio (si parla di una data intorno vicina al venti del mese). C’è dunque ancora un pò di tempo per pensarci.
La rottura è avvenuta dinanzi al rifiuto Abi di ritirare dal tavolo due istanze: il blocco degli scatti di anzianità e l’eliminazione di alcune voci della busta paga dal calcolo del tfr. Le parti restano distanti sulle richieste economiche: i sindacati chiedono 175 euro lordi, le banche sarebbero disposte a concedere il recupero dell’inflazione, pari a poco più di 50 euro lordi. «Noi vogliamo trovare soluzioni nell’ambito della durata del contratto, loro vogliono tagliare in modo strutturale la busta paga: non ci stiamo», dice Lando Maria Sileoni, facente capo alla Fabi. «Siamo abituati a trattare su tutto. Quello che non possiamo fare è trattare con una spada di Damocle sulla testa», ha affermato a gran voce Massimo Masi Masi, segretario della Uilca UIl.
Il contratto è stato prorogato fino a dicembre. A questo punto due sono le possibilità. Una ulteriore proroga. Oppure la disdetta e il muro contro muro.