L’Europa redarguisce il nostro Paese in relazione alla proroga delle concessioni autostradali. La Commissione Ue chiede rispetto per le regole comunitarie afferenti agli appalti pubblici per i contratti autostradali in relazione alla proroga concessa, senza gara, alla concessionaria che si occupa della costruzione e della gestione della A12. Il monito potrebbe riguardare anche il decreto Sblocca Italia, che inoltra la possibilità per i concessionari di cambiare le convenzioni in essere e di chiedere e ricevere proroghe, e che ha già stimolato dubbi di anticoncorrenzialità da parte dell’Antitrust.
Bruxelles giovedì ha inviato un parere motivato a Roma, che ora ha due mesi di tempo per rispondere o rischia il deferimento alla Corte di giustizia europea: secondo la Commissione l’Italia non ha rispettato gli obblighi che le derivano dalle norme dell’Ue sugli appalti pubblici. L’oggetto è la proroga di 18 anni conferita, senza previa gara d’appalto, alla concessionaria responsabile della costruzione e gestione dell’A12 Livorno-Civitavecchia. Secondo il diritto Ue, la proroga di una concessione equivale a una nuova concessione che può essere aggiudicata solo a seguito di una procedura competitiva di offerte.
Lo Sblocca Italia, all’articolo 5, permette ai concessionari di tratte autostradali nazionali di portare avanti una oprassi di modifica del rapporto concessorio mediante una proposta di modifica (anche mediante l’unificazione di tratte interconnesse, contigue o complementari) e la predisposizione di un nuovo piano economico finanziario per la sigla di un atto aggiuntivo o di un’apposita convenzione unitaria. Tuttavia, il parere dell’Antitrust è che le misure celano un meccanismo di proroga implicita delle concessioni, eliminando un fattore concorrenziale del settore.
La norma cozza con quelle dell’Autorità? No secondo Maurizio Lupi, ministro dei Trasporti, che dice:
Noi non vogliamo aumentare le tariffe, ma ci sono solo due modi per garantire gli investimenti. O si aumentano le tariffe o si allungano le concessioni. Lo ha fatto la Francia in un dialogo molto trasparente con l’Europa Lo faremo anche noi.