L’incertezza politica che contraddistingue il nostro paese, porta gli analisti a fare le considerazioni più varie. Non solo gli analisti chiaramente, visto che è stato di recente Beppe Grillo a lanciare la provocazione, spiegando che il nostro paese, formalmente è già fuori dall’Europa.
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Allontanandoci per un momento dalle divisioni ideologiche, quelle che separano gli euroscettici dagli europeisti convinti, e tenendo ben ferma la considerazione che un’uscita dalla moneta unica possa essere adesso considerata sciagurata, proviamo ad elaborare almeno 2 scenari per un’Italia senza euro.
Il primo scenario che arriva alla mente è quello di un abbandono della moneta unica con il conseguente ritorno alla lira. Tutti i risparmi, tutti i depositi, i salari e i consumi, sarebbero immediatamente svalutati e perderebbero valore. La lira, tornando in campo, non potrebbe infatti competere con l’euro. De facto, quindi, diventeremmo tutti più poveri in un sol colpo con un notevole impatto anche sulla perdita del potere d’acquisto. In quale modo e con quali attori, poi, si riuscirebbe a mantenere il debito del paese trasformato in lire?
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Il secondo scenario è proprio quello che parte dal debito, quindi dalla sua ristrutturazione, che non può partire se non dal default conclamato del paese. Se l’uscita dall’euro fosse la conseguenza del fallimento del paese, sarebbe tutto diverso. A pagare ci sarebbero soprattutto le banche e la situazione finanziaria del paese sarebbe talmente grave che i risparmi dei consumatori si azzererebbero.