Gli azionisti di Seat Pagine Gialle, riunitisi nel board di amministrazione, hanno approvato a maggioranza la proposta di transazione avanzata dagli ex amministratori e dai fondi di private equity della passata gestione, al fine di stoppare l’azione di responsabilità che il management attuale aveva avviato nei confronti di Luca Majocchi e degli altri esponenti dell’epoca.
La proposta di transazione, pari 30 milioni (a fronte di una richiesta di danni pari a 2,4 miliardi), era già stata accettata nella sostanza dal consiglio di amministrazione che a fine dicembre aveva deciso di sottoporla all’assemblea per la ratifica definitiva. Ora, arriva l’atto finale della vicenda.
Si chiude così a tutti gli effetti una pagina della vita di Seat, la stagione dei fondi di private equity che in due riprese avevano rilevato la maggioranza della società, passata da una stagione di grande gloria ad essere schiacchiata dall’indebitamento (contratto proprio per finanziare la seconda scalata dei fondi).
Un momento che può essere definito come transitorio e che ha pesato sulle finanze del gruppo, il quale sta cercando ora di risalire la china.
L’azione di responsabilità era stata avviata per la gestione di Seat dal 2003 in avanti. La transazione attuale concerne gli ex amministratori e i fondi di private equity dell’epoca: quindi, Permira, Investitori associati, Cvc e Bc partners.
L’assemblea attuale, la quale ha approvato la transazione, è formata dal nuovo azionariato del gruppo, nato dalla trasformazione dei crediti in azioni. Al primo posto c’è il fondo Golden tree, con il 25,6%, seguito da Avenue capital, con il 23,7%, Ellis lake master fund con il 2,95%, Bennet e Rbs entrambi aventi il 2,1%.