Bisogna fare di necessità virtù. Accontentarci di quello che ci serve, e liberarci in modi creativi di ciò che non ci è utile o di ciò che è superfluo.
In tempi di crisi è una prassi necessaria per vivere meglio e soprattutto per scambiare doni con gli altri. Per questo, sono sempre di più gli italiani che riciclano i regali di Natale.
Con il 25 dicembre ormai alle spalle, è opportuni fare alcuni bilanci sui regali trovati sotto l’albero. Stando ad una recente indagine condotta da Coldiretti/Ixè, quest’anno gli italiani hanno scartato regali per un valore di 3,9 miliardi di euro (-5% rispetto all’anno scorso), spendendo mediamente circa 236 euro per nucleo familiare.
Non tutti i regali sono stati graditi. Anzi: il 35% degli interpellati (ovvero in media un italiano su tre) ha dichiarato di aver “riciclato” almeno un regalo ricevuto. Una prassi, questa, in netta crescita (del 2%) in confronto al Natale precedente. E se nell’82% dei casi, sono stati inconsapevoli amici e parenti a ricevere il regalo “di seconda mano”; nel 27% dei casi, i nostri connazionali hanno scelto, invece, di dare il regalo di Natale in beneficenza. Non mancano all’appello coloro i quali (il 12% del campione intervistato), dopo aver ricevuto un regalo indesiderato, hanno deciso di restituirlo al negozio dove è stato acquistato ottenendo in cambio un buono. O coloro che (il 17% degli interpellati dalla Coldiretti) hanno deciso di rivenderlo sul web.
Tra i prodotti che subiscono il minor tasso di “riciclo”, la Coldiretti ha individuato quelli dell‘enogastronomia locale (i tradizionali “cesti” di Natale si confermano, insomma, un regalo più che gradito), mentre più oscillanti sono risultati i capi di abbigliamento, i prodotti per la casa e quelli tecnologici. La possibilità di regalare qualcosa che non incroci i gusti del destinatario o qualcosa che già possiede si fa, infatti, in questi casi, più alta.