Gli italiani comprano vestiti presso negozi cinesi, mangiano al ristorante cinese. La Cina, di contro, acquista aziende italiane. Questo il nuovo trend. Approfittando del calo dei prezzi provocato dalla recessione globale, Pechino ha deciso di investire in Europa e in particolar modo in Italia in concomitanza con lo scoppio della grande crisi mondiale che attanaglia al finanza dal 2008. Già quattro anni fa, il totale degli investimenti cinesi nel ‘Vecchio Continente’ si aggirava intorno ai sei miliardi di euro. Dopo due anni, nel 2012, sono arrivati a 27 miliardi di dollari. E continuano a crescere senza freno.
Pechino ha lanciato un nuovo modello di investimenti, concentrandosi su un determinato Paese di anno in anno. Nel 2014 è toccato all’Italia, bersaglio grosso per le operazioni cinesi in Europa. Sei miliardi di euro di investimenti totali: più della metà sono stati effettuati da gennaio scorso ad oggi. Dopo Gran Bretagna e Francia, e prima di Germania, Portogallo, Grecia e Spagna, sul podio il nostro Paese si è piazzato per via della dimensione degli investimenti che hanno come controfirmatario Pechino.
In confronto ai 4 trilioni di dollari di riserve valutarie straniere di cui dispone Pechino, secondo quanto riportato dal quotidiano Financial Times in giornata il volume degli investimenti in Europa non è ancora quello che potrebbe risultare tra poco, ma una ragione dietro questo enorme business c’è: “Gli europei non vogliono per il momento vendere alla Cina le tecnologie più sofisticate di cui dispongono e non c’è molto altro che la Cina voglia comprare”. In ogni caso, Pechino sembra trovare beni di suo gradimento in questo ‘giro’ di shopping europeo.