Ogni volta che l’Italia deve fare i conti con le riforme e soprattutto con gli aggiustamenti fiscali ed economici, ci si chiede se non sia il caso di mettere i remi in barca, lasciare l’isola della moneta unica e rifugiarsi sul vecchio isolotto della lira.
►Goldman Sachs contro Beppe Grillo
Sicuramente il partito dei nostalgici della lira è in crescendo visto che il potere d’acquisto, per questioni non certamente valutarie, sta peggiorando di giorno in giorno. Questo cattivo rapporto con l’euro è tipico dei paesi periferici dell’Europa, quelli in cui le economie non sono risultate adeguate a sopportare la moneta unica.
►Dall’Euro potrebbe sempre uscire la Germania
Il discorso fatto in un articolo molto interessante apparso su Wall Street Italia, sposta la questione del ritorno alla lira su un piano politico e parte dal presupposto che l’euro ha avuto conseguenza negative per i paesi periferici ed ha rafforzato il potere della Germania.
Adesso tornare alla lira vorrebbe dire mandare in malora tutti gli sforzi fatti per costruire l’Europa con un danno che sarebbe non solo per la Germania che comunque è ripartita ma ha affrontato il suo brevissimo periodo di recessione.
Tornare alla lira vorrebbe dire autorizzare la classe politica ad usare la vecchia moneta locale come strumento di riequilibro di bilancio, stampando moneta, accumulando il debito ma senza fare gli aggiustamenti economici necessari.