Essere mamme dà prestigio alle donne, esattamente come ricevere il gravoso incarico di guidare un’azienda o di essere esponente di un partito politico. È questa la bizzarra teoria di una docente di ginecologia che ha scritto a Repubblica.it aprendo il dibattito sul ruolo delle mamme e sul valore del bonus mamma.
La maternità nel nostro paese è tutelata. Ogni donna ha il sacrosanto diritto di astenersi dal lavoro per almeno 5 mesi. La chiamano maternità obbligatoria ma sul valore del bonus ci si spacca perché non è univoco come l’astensione lavorativa.
> INPS – Domanda di indennità per congedo maternità per tutte le lavoratrici (astensione obbligatoria)
Elena Porcu, docente di ginecologia all’Università di Bologna, prova a rilanciare il mestiere di mamma riaprendo un dibattito che in Italia non si è mai concluso. Di base c’è questa idea:
Diventare mamma costituisce un servizio sociale di valore incommesurabile, un oggettivo investimento sul futuro che un paese deve valorizzare.
Il rilancio della maternità però passa attraverso un rinnovamento sociale non indifferente, una trasformazione anche normativa del Paese che dovrebbe passare dalla realizzazione di un numero maggiore di asili, dalla concessione di più congedi e dalla generalizzazione dello smart working. Questo per far sì che davvero una donna diventata mamma e con un buon lavoro, possa conciliare i ritmi della famiglia con gli impegni professionali.
> La lettera di Elena Porcu a Repubblica
Se poi all’introduzione di nuovi servizi si affiancasse anche l’aumento delle agevolazioni fiscali, dalla detrazione della scuola materna al raddoppio delle detrazioni per i figli a carico, allora il risultato sarebbe un vero incentivo alla maternità.