Archiviati i risultati degli stress test indetti dalla Banca centrale europea, arriva il protocollo di vigilanza unica. Ieri è infatti entrato in vigore il Single Supervisory Mechanism.Esso si configurerà come uno dei tre cardini della nuova Unione bancaria europea (gli altri due sono il Meccanismo unico di risoluzione delle crisi e un sistema di garanzia dei depositi accentrato).
Il parere degli economisti non si è fatto attendere:
L’Unione bancaria è una risposta strutturale per far comunicare mondi finora separati (poiché estende gli effetti della politica monetaria a quel 93% della moneta costituito da depositi, n), e risolvere i problemi di credit crunch e di gestione politica del credito. I cittadini sperano di beneficiarne con più prestiti e a tassi più vantaggiosi. Ma quali saranno invece gli effetti al di là degli scossoni di breve termine gli effetti sulle singole banche? Oltre alla maggiore trasparenza e alla creazione, che comunque richiederà qualche anno, di un campo di regole comuni, la società di consulenza Boston Consulting Group ha identificato cinque conseguenze rilevanti.
Da tenere d’occhio, in primo luogo, ci sono i board di amministrazione delle banche sotto controllo. Ai membri verranno date più responsabilità, una maggiore competenza e più strumenti per il controllo. In secondo luogo è prevista una modifica per le interazioni con il supervisore, anche in virtù del modello di vigilanza preso in carico da ogni Stato. Per quanto riguarda il terzo effetto del Single Supervisory Mechanism sugli istituti, occorre menzionare l’approccio delle banche vigilate su alcune variabili di gestione: la funzione rischi sarà più centralizzata, con una maggiore integrazione con l’area Finanza, e una forte evoluzione del comparto Compliance, un’ottica di maggiore capacità previsiva.