Snam ha concluso l’anno precedente mettendo a verbale un utile netto di 917 milioni di euro. La società fa registrare una crescita del 17,7% in confronto allo stesso periodo 2012, e apre alla possibilità di rilevare l’impianto Tag dalla Cdp, a sua volta azionista di riferimento della società proprietaria della gran parte dei gasdotti italiani, analizzando l’ipotesi di un aumento di capitale riservato alla Cassa.
Per quanto concerne i conti, l’ebit si aggira a 2,034 miliardi in contrazione del 3,6% rispetto al 2012. I ricavi totali calano del 2,5% a 3,529 miliardi.
Stabile la cedola, uguali a 0,25 euro per azione, di cui 0,10 euro già ridiffusi a ottobre 2013.
L’anno scorso il gas immesso nella rete di trasporto è stato uguale a 69,01 miliardi di metri cubi, in calo dell’8,9%. Flessione attribuibile principalmente alla riduzione della domanda di gas naturale in Italia (-6,5% rispetto al 2012) a seguito dei minori consumi del settore termoelettrico (-16,3%) e ai maggiori svasi netti da stoccaggi. E per quest’anno la situazione non dovrebbe cambiare: Snam prevede che la domanda di gas naturale si mantenga sugli stessi livelli del 2013.
L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2013 ammonta a 13.326 milioni (12.398 milioni al 31 dicembre 2012). La società rileva che il positivo flusso di cassa netto da attività operativa di 1.698 milioni ha consentito di finanziare pressoché interamente i fabbisogni finanziari connessi agli investimenti tecnici netti e all’acquisizione della partecipazione in Tigf (1.790 milioni complessivamente).
Nel frattempo a Piazza Affari, intorno alle 16,00, il titolo era in lieve rialzo e poco dopo l’avvio sale dello 0,73% a 4,122 euro. Secondo Equita, i risultati sono migliori delle attese, soprattutto a livello di indebitamento per 200 milioni, mentre sul netto le stime si fermavano poco sopra i 900 milioni.
Nel commentare i risultati, l’AD Carlo Malacarne, ha dichiarato:
Nel corso del 2013 abbiamo continuato nei nostri programmi di investimento raggiungendo un livello complessivo pari a 1,9 miliardi. In Italia gli investimenti tecnici si attestano a circa 1,3 miliardi mentre circa 600 milioni sono stati finalizzati all’acquisizione della partecipazione in TIGF in Francia, passo importante nel perseguimento della nostra strategia di sviluppo all’estero.