Le sofferenze bancarie proseguono toccando i livelli record dal 1999 a quota 156 miliardi a gennaio. Tecnicamente la recessione è finita e lo spread cala ma le conseguenze della crisi si faranno sentire ancora per diversi mesi sulle banche su cui pesano i fallimenti di imprese e le difficoltà dei singoli nel ripagare i prestiti. Antonio Patuelli il presidente Abi dice che la crisi «è anche di fiducia e aspettativa» e i «risparmi gli italiani li tengono in conto corrente e non li investono» come prova il crollo delle obbligazioni bancarie (-10,4%) e il ribasso dei prestiti: un -3,3% sebbene in decelerazione rispetto al -3,9% di dicembre e con qualche speranza per il 2014 almeno da parte di alcuni grandi istituti.
> Le sofferenze bancarie sono un problema sociale diffuso
All’Ecofin ancora l’opposizione della Germania, per il nuovo meccanismo di risoluzione salva banche che la Bce vorrebbe pore in essere in tempi brevi dato l’avvicinasi della vigilanza unica e degli stress test previsti a fine 2014. La proposta del presidente dell’eurogruppo Jeroen Dijsselbloem di trovare risorse per il fondo sui mercati è stata bocciata da Berlino.
> Le sofferenze bancarie toccano i 138 miliardi a giugno 2013
Alcuni analisti e anche Moody’s, pensano che l’aumento delle sofferenze renderà difficile reperire capitali solo privati per le banche più deboli. E sotto la spinta della Banca d’Italia, le banche stanno varando aumenti di capitali o operazioni di rafforzamento. Dopo il Banco Popolare è stata la volta della Popolare Vicenza per 1 miliardo di euro, somma destinata anche ad acquisizioni (si parla di Veneto Banca e di Banca Etruria).