Le sofferenze bancarie crescono a causa della crisi economica. È questo il dato che emerge dal bollettino mensile emesso dall’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, secondo il quale le sofferenze nette sono salite nel mese di gennaio al livello record di 80,5 miliardi di euro, mentre quelle lorde hanno toccato i 160,4 miliardi di euro contro i 155,9 miliardi di euro del mese precedente.
In rapporto agli impieghi le sofferenze risultano pari all’ 8,40%, segnando due punti percentuali in più rispetto all’anno precedente. Un’incidenza così elevata dei crediti a rischio non si verificava da quindici anni, ossia dal mese di aprile del 1999 allorquando l’indice tra sofferenze e prestiti aveva raggiunto l’8,42%. Alla fine del 2007, il rapporto era al 2,8%.
► Sofferenze bancarie ancora troppo elevate
A gennaio le sofferenze al netto delle svalutazioni ammontavano esattamente a 80,53 miliardi di euro, ossia 555 milioni in più rispetto al precedente mese di dicembre, e ben 16 miliardi di euro in più rispetto al dato di gennaio 2013. Il rapporto tra sofferenze nette e impieghi totali si è attestato al 4,38%.
Segnali lievemente migliori arrivano invece dal tasso sui prestiti erogati alle famiglie per i mutui: a febbraio l’indice si è assestato al 3,44%, rispetto al 3,5% di gennaio e al 3,76% di un anno prima.
Rallenta, a febbraio, la caduta dei prestiti bancari. Secondo il rapporto dell’Abi, l’importo globale dei finanziamenti ha segnato un’altra attenuazione della variazione negativa su base annua del -3% rispetto al -3,29% di gennaio e al -4,5% del novembre 2013. I finanziamenti alle famiglie e alle imprese si sono collocati a quota -2,9% contro il -2,3% a gennaio 2014 e il -4% a dicembre dell’anno precedente.