Durante la conferenza stampa in cui ha spiegato l’iter per l‘abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, con una metafora, il ministro Quagliariello ha posto enfasi sulla portata della riforma promossa dal governo: si passa, ha ribadito, dall’età toleimaca all’età copernicana: “Da un finanziamento pubblico fornito a prescindere” si giungerà ad un finanziamento pubblico sottoposto a due condizioni: la volontà della scelta dei cittadini e il fatto che i partiti siano una struttura fondamentale della vita democratica, strumenti del funzionamento delle istituzioni.
Prima dell’accelerazione voluta dall’Esecutivo, come ha detto Quagliarello, c’era una ipocrisia diventata insopportabile. Da oggi in poi i partiti dovranno essere strumento della democrazia, fornire garanzia, adeguando i loro statuti, certificando i loro bilanci e sottoponendosi ad alune norme di trasparenza.
Tra gli aspetti innovativi ricordati da Quagliariello, il fatto che lo Stato «potrà erogare servizi invece che denari, spazi televisivi autogestiti, luoghi per i congressi, esenzioni per le bollette. Su questo punto il governo ha richiesto anche una delega per incentivare la fornitura di servizi ai partiti, ha precisato il ministro.