Le Province prima di scomparire provano a battere cassa con le assicurazioni auto visto che le imposte sull’RCA per il 60 per cento dei casi, finiscono nelle tasche di questi enti intermedi. Una breve analisi per capire anche per quale motivo molti costi delle assicurazioni non accennano a scendere. In questi giorni si prende atto di un abbassamento importante del costo della benzina, un ribasso atteso da tempo e provvidenziale in questo momento di vacanza. Ma sul fronte auto non è questa la notizia più importante e interessante.
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Si nota infatti dai dati dell’Ania che le province, lontane dal voler scomparire, stanno pensando bene di sostenersi attraverso le imposte sulle assicurazioni auto. Gli enti intermedi si mettono in tasca circa 2,3 miliardi di euro che arrivano dalle RC. Di tutto quello che l’automobilista versa, mettiamo caso che siano 100 euro, ben 26,5 sono di tasse: 10,5 euro va al Servizio Sanitario Nazionale e 16 euro alle province.
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Il 60% della tasse di un’assicurazioni va a finire nelle tasche delle province che concorrono tra l’altro a determinare l’aliquota. L’imposta di base infatti è del 12,5 per cento ma è possibile, come per gli altri tributi locali, che l’amministrazione scelga di aumentare o diminuire l’imposta fino al 3,5 per cento. Nel caso delle RCA si scopre che nel 2011 l’80 per cento degli enti ha incrementato l’aliquota del massimo consentito.
Inoltre, la quota che è destinata al Servizio Sanitario Nazionale e che fino all’anno scorso era deducibile dalle tasse, dal 2014 non lo sarà più. Il 10,5% del SSN non sarà deducibile fiscalmente come in passato. Prima la legge 92/2012 consentiva la deduzione delle somme della dichiarazione della parte eccedente i 40 euro.