La normativa inerente la procedura che tutti i contribuenti italiani devono rispettare in fatto di richiesta di rimborso delle imposte all’Agenzia delle Entrate si arricchisce di nuove regole. Per opporsi ad una richiesta di rimborso delle imposte, infatti, d’ora in avanti, dovrà essere rispettato un limite massimo di 60 giorni.
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Nel caso in cui quindi un contribuente versi al Fisco delle imposte in eccesso, e, secondo quanto previsto dalla normativa, invia una richiesta formale di rimborso all’Agenzia delle Entrate, potrà impugnare il ricorso, in caso di diniego solo entro il termine di 60 giorni, 60 giorni che dovranno però essere computati a partire dal termine di quei 90 giorni che sono concessi alla stessa Agenzia delle Entrate per esercitare il cosiddetto tacito diniego.
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Sommando le tempistiche, quindi, l’intera procedura dovrebbe coprire un arco di 150 giorni in totale. A deciderlo sono stati i giudici della sezione n. 1 della Ctp di Pescara con la recente sentenza n. 315 del 17 settembre 2013, che si sono trovati ad affrontare un caso simile, hanno infatti respinto il ricorso presentato dal contribuente, perché ritenuto non presentato nei tempi giusti.
Questa decisione però, a livello giuridico, appare già non troppo semplice. Potrebbero essere infatti sollevate contro di essa almeno due obiezioni. Da una parte infatti l’Agenzia delle Entrate potrebbe rispondere al contribuente entro un termine massimo di 150 giorni vanificando per il contribuente le possibilità di opposizione.
Dall’altro la norma sembra andare contro quel diritto di prescrizione che vale molti più anni, che in genere deve essere applicato e che non può essere ignorato fino a sua scadenza.