Solo oggi, 12 giugno, tutti i lavoratori hanno potuto “celebrare” in Italia il cosiddetto tax freedom day, il giorno in cui ufficialmente hanno smesso di lavorare per pagare la contribuzione richiesta dallo Stato, cioè tutti i soldi che in quanto cittadini devono all’ erario e al fisco attraverso tasse ed imposte – e hanno iniziato a guadagnare qualche cosa.
> Per uscire dalla crisi sono necessarie politiche nuove
A ricordare questo atteso avvenimento è, da quindici anni a questa parte, la Cgia di Mestre, che da sempre tiene d’ occhio il livello della pressione fiscale italiana, ma quest’ anno ha avvertito anche che, a differenza degli anni passati, sono dovuti passare ben 162 giorni prima che l’ atteso evento di liberazione fiscale arrivasse.
> Più di 20 mila imprese in meno dall’ inizio dell’anno
Si tratta, infatti, per il nostro Paese di un record storico, primato che tuttavia porta con sé anche l’ enorme peso degli oneri fiscali e contribuitivi che le imprese e i lavoratori italiani devono quotidianamente sostenere. Del resto la pressione fiscale italiana rappresenta oggi più del 44% del PIL.
Ogni cittadino italiano, cioè, se dobbiamo rapportare la pressione fiscale al PIL, nel corso di quest’ anno pagherà allo stato circa 12 mila euro di imposte, sia esso in età lavorativa che non.