La crisi ha costretto una larga fetta di italiani a rivedere le proprie abitudini di spesa.
Con il potere di acquisto ridotto all’osso non solo sono state tagliate tutte le spese superflue, ma ci sono stati dei profondi cambiamenti anche per la spesa alimentare, con conseguenze non solo sulle dispense ma anche per tutte le aziende che operano nel settore alimentare.
A fotografare questa allarmante situazione è stata la Coldiretti, che ha messo in evidenza che anche per il 2014 il budget a disposizione delle famiglie per la spesa alimentare sta continuando a scendere, dopo che già lo scorso anno si erano toccati livelli particolarmente bassi che hanno portato la spesa alimentare ai livelli del 1981.
Nello specifico le famiglie italiane hanno tagliato del 20% la spesa per il pesce fresco, del )% quella per la pasta, dell’8% il latte, del 6% l’olio di oliva extravergine, del 3% l’ortofrutta e del 2% la spesa per la carne.
A questa revisione al ribasso per queste tipologie di prodotti, però, se ne affianca una al rialzo per le materie prime che segna una profonda modifica del carrello della spesa: aumentano infatti gli acquisti di uova (+2%), di farina (+7%), di miele (+ 12%) e di preparati per dolci (+6%).
La Coldiretti sottolinea, inoltre, la crescita degli acquisti di prodotti low cost: i discount alimentari hanno fatto registrare nel 2013 un aumento delle vendite dell’1,3%, contro un calo del 4% delle vendite per le altre tipologie di supermercati. Una tendenza, questa, che rischia di mettere in pericolo la salute degli italiani, dato che i prodotti low cost nascondono infatti ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi.