Tra i vari piani del neo premier Matteo Renzi c’è anche quello della spending review, ovvero una riduzione della spesa pubblica che ha il fine, da un lato, di abbassare i costi dell’apparato dello Stato e, dall’altro, di reperire delle risorse per mettere in atto le riforme che sta elaborando in questi giorni.
La redazione della spending review è stata affidata al Commissario Carlo Cottarelli che, ieri, ha presentato il suo piano per ridurre le spese dello stato, un piano tutt’altro che leggero che toccherà pensioni, forze dell’ordine, Comuni, Regioni e molto altro.
Grazie a questi tagli il Commissario ha stimato che si potranno risparmiare, già nel 2014, almeno 7 miliardi di euro. Ma, molto probabilmente, non tutti i tagli alla spesa saranno accettati così come presentati dal Commissario.
La sua spending review, infatti, nei prossimi giorni passerà nella mani di Matteo Renzi e di Graziano Delrio che decideranno se e dove intervenire.
Come riportato da Il tempo, i tagli alla spesa previsti da Cottarelli si muovono su cinque direzioni:
2,2 miliardi vengono recuperati dall’efficientamento diretto (800 milioni da iniziative su beni e servizi, 200 dalla pubblicazione telematica degli appalti pubblici, 100 da consulenze e auto blu, 500 dagli stipendi dei dirigenti della pa, 100 da corsi di formazione, 100 dall’illuminazione pubblica, 400 da proposte varie); 200 milioni da riorganizzazioni (riforma province e spese enti pubblici); 400 da costi della politica (Comuni, Regioni e finanziamento ai partiti); 2 miliardi da trasferimenti a imprese e famiglie (un miliardo dai fondi statali alle aziende soprattutto autotrasporto, 400 milioni da quelli regionali, 200 da microstanziamenti, 100 dal trasporto pubblico locale e 300 da quello ferroviario) e 2,2 miliardi da spese settoriali (1,4 da pensioni, 300 milioni dalla sanità, 100 dalla difesa, 200 dall’allineamento della contribuzione delle donne, 200 da revisione delle pensioni di guerra).