Mantenere i figli anche quando la coppia non va più d’accordo è un dovere dei genitori sancito anche dalla Costituzione. La giurisprudenza fa una differenza sostanziale tra spese ordinarie e spese straordinarie. Le prime devono essere versate nella misura del 30% dal genitore non convivente. Le altre sono divise a metà.
Vista la giurisprudenza quello che resta da definire è la differenza tra spese ordinarie e spese straordinarie. Proviamo a fare un riassunto esaustivo per le coppie in crisi che non sanno come gestire e organizzare le spese per i figli.
> Passaporto – atto di assenso tra genitori
Spese ordinarie
Sono quelle che riguardano il sostentamento e le cure ordinarie della prole. Quindi oltre alle spese alimentari, a quelle per l’igiene personale, a quelle per vestiario e regali, a quelle per gli spostamenti urbani, ci sono anche le spese per il settore scolastico/educativo (acquisto di materiale di cancelleria, divise o grembiuli, vestiario per lo svolgimento dell’attività sportiva a scuola, quota di iscrizione per le gite scolastiche, frequenza scolastica con semiconvitto, mensa scolastica) e quelle sanitarie relative ad esempio a visite di controllo, medicinali da banco, ma anche la baby sitter e le altre spese mutuabili.
Spese straordinarie
Le spese che non sono normali e prevedibili e non rientrano nella normale vita quotidiana sono considerate straordinarie. In genere rientrano in questo insieme tutte le spese per le attività ludiche non strettamente necessarie. Questi soldi in genere sono sborsati occasionalmente per coprire le spese non prevedibili.