Standard & Poor’s, di recente, è stata sotto la lente d’ingrandimento per la decisione di assegnare alla Grecia lo “status” di default selettivo che l’ultimo gradino possibile per i titoli di un paese, prima del default generale. Oggi, la stessa agenzia di rating è tornata a minacciare l’Italia.
Il nostro paese non sembra convincere gli analisti di Standard & Poor’s, si teme infatti che nel futuro prossimo non ci siano riforme strutturali in grado di sollevare l’economia del Belpaese, in più dalle elezioni del 2013, sostiene l’agenzia di rating, potrebbe venir fuori qualcuno preoccupato di mantenere intatto lo status quo.
Insomma: nessun miglioramento in vista, anzi, all’orizzonte un taglio del rating italiano, attualmente posizionato sul gradino BBB+ con outlook negativo.
Il PIL italiano. Secondo Standard&Poor’s l’economia tricolore è destinata a contrarsi ancora per quattro motivi fondamentali: non ci sono abbastanza linee di credito attivate dalle banche, il bilancio pubblico non è in sicurezza, non si conosce l’entità della domanda estera e soprattutto sono sconosciuti i propositi economici e finanziari del prossimo governo.
La riposta di Grilli. Alle accuse e alle analisi di Standard & Poor’s ha provato a rispondere il ministro Grilli che spiega come in una fase di transizione come quella attuale, minacciare di declassare l’Italia è soltanto un modo per rinnovare l’atteggiamento speculativo verso i nostri indici.