In Italia sono giorni di grandi manovre, almeno per quanto concerne il punto di vista legislativo. La fine dell’anno si avvicina e il Governo Renzi lavora a pieno ritmo per modificare numerosi comparti del Paese, e far ripartire l’economia dal basso. Dagli enti locali.
In relazione agli emendamenti previsti dalla Legge di stabilità è in arrivo anche un pacchetto di emendamenti riguardanti i Comuni. Un pacchetto emendamenti che prova a venire incontro ad alcune delle richieste espresse dagli enti locali medesimi.
Fermo restando che si verificherà un taglio di 1,2 miliardi alla loro dotazione, verrà attribuita ai Comuni una maggiore flessibilità, potendo colmare il gap solo con la spesa corrente, ma anche con gli investimenti (ovvero con gli oneri di urbanizzazione).
A dire la verità, tale previsione non è stata accolta bene dall’Ance, l’associazione dei costruttori edili, la quale l’ha definita un brusco passo indietro nonchè un passo falso, in quanto permette ai primi cittadini di tagliare anche gli investimenti e non solo le spese correnti non privilegiando di conseguenza sicurezza, riqualificazione e crescita.
Un altro aiuto ai Comuni si configura nell’aver incrementato da dieci a trent’anni il periodo per ripianare il debito e nella possibilità di ricontrattare i mutui, accollando allo stato parte degli interessi. Pier Paolo Beretta, sottosegretario all’Economia, ha confermato:
Consentiamo ai Comuni di gestire il contributo chiesto dallo Stato con maggiore flessibilità ma confermiamo l’allentamento del patto di Stabilità e diamo margine di manovra ai Comuni su come gestire i tagli. E’ prevista anche una deroga al patto di Stabilità per i Comuni nati a seguito di una fusione a partire dal 2015, i quali saranno soggetti alle regole del patto solo a partire dal 5° anno di costituzione.