Potrebbero verificarsi delle norme non conformi tra quanto contemplato dal Patto di Stabilità e crescita europeo e quanto contenuto nella Legge di Stabilità italiana.
Per tale ragione, la Commissione Ue chiede al Governo di compiere ulteriori sforzi, anche se per Palazzo Chigi non è arrivata una bocciatura. L’Europa, però, dà all’Italia quattro mesi di tempo per dare prova di avere rispetto degli impegni presi. In caso contrario Bruxelles prenderà provvedimenti.
Più che una bocciatura, dunque, dall’Ue arriva il segnale di una preoccupazione che riguarda l’elevato livello di debito pubblico. Restano, inoltre, dubbi sull’affidabilità del governo. Nello specifico, la Commissione non ha fiducia in Pier Carlo Padoan, come spiegano gli esperti:
L’Italia per il 2015, ha promesso sforzi di correzione strutturali del deficit pari allo 0,3% del Pil, ma secondo i calcoli di Bruxelles questo sforzo dovrebbe attestarsi allo 0,1%. La richiesta altro non è che l’invito a tener fede agli annunci, e raggiungere cioè lo 0,3% promesso da Padoan. Serve “un piccolo sforzo”, dicono a Bruxelles. “Piccolo sforzo significa” correzioni inferiori allo 0,5% del Pil. Non viene chiesto esplicitamente l’obiettivo dello 0,4%. Ecco, allora, l’indicazione precisa: si facciano sforzi per lo 0,3% del Pil, come chiesto. Ma “un piccolo sforzo supplementare sull’attuazione delle riforme strutturali può essere chiesto all’Italia”, come ha detto il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici. Insomma, si è disposti a chiudere un occhio sui conti a patto che si facciano davvero le riforme. La Commissione ha chiuso un occhio finora, ma non lo farà più: a marzo Bruxelles promette di essere “severa” nei giudizi. O si fa quello che serve o saranno sanzioni. La Commissione è pronta a inviare lettere di messa in mora, per aprire eventualmente procedure a giugno.