L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha preso la decisione di sospendere il giudizio su Roma e la sua situazione economica in quanto non in grado di poter emettere un giudizio sul suo debito per mancanza di informazioni.
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In realtà Standar & Poor’s il suo giudizio lo ha emesso –BBB+ con outlook negativo– ma è l’ultimo se l’amministrazione della capitale non farà in modo di rendere accessibili le informazioni sul debito diretto. Il tempo a disposizione è di tre mesi, termine entro il quale Roma dovrà fornire le informazioni mancanti.
Ecco quanto si legge nella nota di S&P:
A causa della mancanza di sufficienti informazioni sulla maggior parte del debito diretto di Roma, rappresentate dalle passività attualmente gestite dall’ente pubblico Gestione Commissariale, abbiamo sospeso il rating sulla città” spiega l’agenzia.
Standard & Poor’s non può, in questa situazione, sorvegliare la situazione economico-finanziaria della capitale e, nel caso in cui nei tre mesi di tempo a disposizione, l’amministrazione competente non darà le informazioni richieste, molto probabilmente il rating verrà ritirato.
Reazioni contrastanti dai diretti interessati. Secondo Carmine Lamanda, assessore alle Politiche Economiche di Roma, quanto detto da S&P vuole dire semplicemente che, dopo aver dato il suo giudizio, l’agenzia si riserva del tempo per acquisire ulteriori informazioni per un giudizio sull’andamento della gestione commissariale.
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Mentre per Alfredo Ferrari, vicepresidente della Commissione Bilancio del Comune, si tratta di una richiesta per nulla velata di una maggiore trasparenza per il debito della capitale:
Inaccettabile constatare che una agenzia di valutazione sia costretta a ricercare le cifre perché l’amministrazione non le fornisce. È ora che Alemanno e il suo assessore al Bilancio, Carmine Lamanda, rendano note anche all’assemblea capitolina le informazioni che S&P chiedono. I cittadini non possono pagare la mancanza di trasparenza scelta dalla errata gestione del centrodestra.