E senza alcun dubbio, e questo appare cruciale a livello operativo, la sterlina sembra davvero essere l’unica divisa strettamente legata ai fondamentali e caratterizzata da un’enorme reattività alle pubblicazioni dei dati. In quest’ottica la sterlina, pur tra le major dal valore più sostenuto nel breve come nel medio periodo, potrebbe vivere nuove fasi di rafforzamento e raggiungere in primo luogo la soglia di 1,70 contro il dollaro americano. Sul fronte Stati Uniti l’inflazione ha invece mostrato un incremento importante all’1,5% dal 1,1% ed un dato core da 1,6% ad 1,7%, il che appare abbastanza in linea con quanto prospettato dalla Federal Reserve in termini di percorso di crescita e relativa forward guidance di politica monetaria.
> Forex, la sterlina potrebbe vivere nuove fasi di rafforzamento
Destinatarie dei flussi di liquidità sono state però prettamente le Borse, non quindi il dollaro, che sono state ampiamente vendute per poi recuperare quasi come se le iniziali aspettative sulle azioni della Fed venissero ritenute ancora lontane; in questa accezione appare lecito contemplare nuova crescita dei corsi verso i punti di massimo spiega Davide Marone di DailyFx. In ultimo l’Eurozona per cui l’inflazione è l’unico termometro del sentiment in seno alla Banca Centrale Europea affinché si prendano seriamente in considerazioni misure convenzionali e non per frenare questo processo disinflanzionistico ormai più che avviato, e che solo mercoledì ha trovato un temporaneo stop con la conferma del dato precedente allo 0,5%.
> Forex, la sterlina non segue particolari trend
E’ indubbio che la pubblicazione in questione è tutto fuorché positiva per l’Eurozona, così come è vero che l’emorragia della discesa dei prezzi si è quanto meno “arrestata”.