La politica italiana ha finito con il condizionare l’andamento della Borsa. Piazza Affari nella giornata di ieri ha risentito molto delle notizie relative al possibile cambio in corsa del premier. La fine dell’era Monti non piace e lo spread vola di nuovo sopra i 300 punti fino a quota 333.
I fatti. Nella giornata di ieri gli scambi della Borsa di Milano sono stati condizionati dal fatto che il Governo ha presentato in parlamento il maxiemendamento al Decreto Sviluppo e il PdL non ha dato l’appoggio al documento. Con l’uscita del PdL dalla maggioranza, adesso, Monti deve decidere se dimettersi ed andare al Quirinale.
L’ipotesi delle elezioni spaventa i mercati e così lo spread risale di circa 5 punti percentuali. Si capisce allora che nei giorni passati, il calo dello spread era legato alla fiducia riposta nell’esecutivo tecnico che guida l’Italia. E’ bastata una piccola dose d’incertezza per mandare tutto all’aria.
Il Ftse Mib ha perso lo 0,75 per cento e la gran parte dei titoli ha reagito molto male a questa “inversione di tendenza” del mercato. Per esempio il titolo Saipem ha perso il 6,70 per cento. Perde quota anche A2A e vanno male i bancari, soprattutto Ubi Banca e MPS che perdono rispettivamente il 2,77 e il 2,44 per cento.