A quasi tre anni dalla sua entrata in vigore la cedolare secca si rivelata essere un grande successo, sia per i proprietari di immobili ceduti in locazione che hanno potuto risparmiare non poco sulle tasse per le locazioni sia per il Fisco che ha visto crescere le sue entrate.
Secondo gli ultimi dati rilasciati dal Ministero delle Finanze, infatti, il numero dei proprietari di immobili che hanno scelto questo regime fiscale agevolato – la cedolare secca, che può essere applicata sugli affitti prevede il pagamento di una tassa unica al 19% per gli affitti a canone concordato e al 21% per gli altri – è cresciuto del 58%.
► Requisiti per l’accesso all’aliquota al 15% per la cedolare secca
Nello specifico, sono 764.474 i contribuenti che hanno scelto questo regime, poco meno della metà dei circa 2 milioni di contribuenti che hanno dichiarato di avere un immobile ceduto in affitto a scopo abitativo.
La cedolare secca è un regime fiscale sicuramente molto conveniente per chi affitta degli immobili, ma lo è anche per i conti dello stato, nonostante il gettito reale che arriva da questa tassazione è più basso di quello che arriva da chi ha scelto il regime fiscale tradizionale.
► La convenienza della Cedolare Secca
Nel 2012 dalla cedolare secco sono arrivati circa 1,2 miliardi di euro. Una cifra importante, che si affianca ad altri dati piuttosto interessanti: da un lato un aumento sostanziale delle registrazioni di affitti (cresciuti di circa 100.000 unità tra il 2011 e il 2012) e la crescita di un miliardo di euro dei redditi provenienti dai fabbricati registrata nelle dichiarazioni dei redditi del 2012.
Questi dati, presi tutti insieme, fanno pensare che l’obiettivo dell’introduzione della cedolare secca, ovvero l’emersione degli affitti in nero, sia stato centrato.