Nella giornata di domani saranno chiamati al voto più di cinque milioni di elettori in Svizzera, per le tre proposte di Referendum riguardanti i seguenti temi: oro, tasse e immigrazione.
Di cosa si tratta?
Il referendum sull’oro è stato proposto dalla destra svizzera che ha chiesto alla Schweizerische National-Bank (SNB) di rimpatriare tutto l’oro depositato all’estero entro due anni, e aumentare al 20% la quota di oro sulle riserve complessive entro 5 anni. La destra ha chiesto inoltre che l’oro non possa più essere venduto. Governo, partiti e istituto non sono favorevoli, dal momento che ritengono che se la proposta passasse, la banca centrale dovrebbero acquistare almeno 1.500 tonnellate di oro, togliendo risorse a supporto della politica del cambio, che pone dal 2012 un tetto al valore del franco svizzero, in modo che non si apprezzi eccessivamente.
Per quanto concerne l’immigrazione, i proponenti chiedono che sia stabilito un tetto massimo dello 0,2% sulla media triennale della popolazione svizzera residente per gli ingressi netti di immigrati all’anno. In soldoni, ciò equivarrebbe a limitare a 16 mila unità il numero di immigrati che potrebbero andare a lavorare in Svizzera, europei compesi. Per i proponenti, si tratta di difendere la bellezza e la cultura del territorio da una sorta di “invasione” straniera, nonché di tutelare i soggetti deboli del mercato del lavoro.
L’ultimo referendum, il terzo, concerne la questione fiscale. I proponenti del Partito Socialista chiedono che venga eliminata la previsione introdotta nel lontano 1962, che assicura ai residenti stranieri la possibilità di avvalersi di un regime di “forfait” per il versamento delle imposte, in base al quale versano allo stato non in relazione al reddito percepito, bensì di un multiplo del reddito medio di un cittadino svizzero, ottenendo un beneficio fiscale potenziale elevatissimo.