Svizzera, SNB vuole indebolire ancora il Franco

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Durante la scorsa settimana i depositi a vista delle banche in Svizzera presso la Schweizerische National-Bank, l’istituto centrale, sono aumentati dai 379,9 a 383,4 miliardi di franchi, sottolineando un possibile ritorno sui mercati dell’SNB al fine di indebolire la moneta locale.

 

I cambiamenti dei depositi a vista, infatti, sono considerati un indicatore della compravendita di valuta straniera da parte della banca centrale per regolare il cambio nel breve termine.

Acquistando monete straniere, la SNB cede alle banche franchi, che tornano sotto forma di depositi al proprio sportello. Pertanto, la loro crescita, la settimana scorsa, segnalerebbe l’intenzione dell’istituto di indebolire il franco, il cui cambio con l’euro si attesta oggi a 1,0473, in salita dello 0,46%. Dalla fine del marzo scorso, il rapporto tra le due divise oscilla tra un minimo di 1,03 e un massimo intorno a 1,05, che potrebbe essere il nuovo cambio di riferimento non ufficiale del governatore Thomas Jordan, dopo l’annuncio dell’abbandono della difesa del cambio minimo di 1,20, lo scorso 15 gennaio.

Al fine di cercare di bloccare un forte apprezzamento del franco svizzero, 6 mesi fa la SNB ha adottato i tassi negativi sui depositi delle banche, tagliandoli 5 mesi fa al -0,75%. Adesso, però, si specula su un loro possibile ulteriore taglio, dato che la banca centrale temerebbe un rafforzamento della valuta contro la moneta unica, in seguito sia all’attuazione del QE della BCE che, in particolare, alle tensioni di queste settimane su una possibile rottura dell’Eurozona per l’uscita della Grecia.

Con il rafforzamento delle voci su una Grexit, infatti, gli investitori starebbero già tornando a puntare sui porti sicuri, tra i cui i Bund tedeschi, ma al di fuori dell’Eurozona, privilegerebbero come nel 2012 la Svizzera e la Scandinavia, al sicuro dall’eventuale disfacimento dell’euro. D’altra parte, la SNB non avrebbe alcuna intenzione di consentire un ulteriore apprezzamento del franco, che colpirebbe ancora di più l’economia elvetica e la terrebbe più a lungo in deflazione.

 

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