A un giorno dalla scadenza per la presentazione della delibera che fissa quanto si pagherà, i Comuni che hanno già effettuato la pubblicazione sul portale ufficiale del ministero delle Finanze sono poco più di 5000, 5244 per la precisione. In sostanza, uno su tre ancora non ha stabilito la maniera in base a cui verrà calcolato il versamento della Tasi. O se l’ha fatto, sul documento ancora non c’è il timbro del Tesoro. La tassa sulla casa non è ben accetta- discende dall’Imu, abolita ma non del tutto – e si è scoperta essere un labirinto: lo scontro che ha portato alla proroga, le grandi code ai caf a inizio estate, infine il balletto di cifre, tanto che – procedendo nelle tabelle del Mef – ci si trova in amministrazioni spazzate dai dubbi. Prima hanno deliberato, poi hanno corretto il tiro. «Sono molto preoccupato», afferma il coordinatore della consulta Caf Valeriano Canepari.
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Sicuramente – ma neanche troppo – c’è la data del 16 ottobre in cui i cittadini dovranno versare la tassa. Ma se l’amministrazione non fa in tempo a depositare la delibera (la scadenza è prevista per il 10 settembre) la modalità di pagamento cambia. Non ci saranno più due rate, ma un’unica il 16 dicembre. E in questo caso per il calcolo va applicata l’aliquota base dell’1 per mille. Un danno rilevante per le casse dei comuni, se è vero – come evidenzia uno studio di Sole 24 ore e Caaf Acli – che la media è intorno all’1,94 per mille. «Nessun balzo delle aliquote – contenevano dall’Anci -. Quando si parla di imposizione immobiliare la trasparenza da parte dei Comuni è massima. Ci si attiene alle prescrizioni di legge».
Grande confusione quando si deve affrontare il nodo detrazioni. Un’occasione di equità sociale che ad oggi quasi metà delle amministrazioni non ha sfruttato. Il caos-Tasi, tra le altre cose, scatena sbalzi notevoli: se ad esempio,il sindaco di Positano ha azzerato il tributo, a Salerno, 40 chilometri di distanza, la tariffa è al massimo.