Mancano un paio di mesi alla scadenza fissata per il pagamento della prima rata della Tasi, ma le amministrazioni comunali sono ancora al lavoro sulle aliquote.
Il che fa sì che i cittadini possono solo immaginare quanto andranno a pagare, ma senza alcuna certezza.
Solo il 10% del totale dei Comuni italiani ha già stabilito le aliquote, ed è difficile quindi capire come si orienteranno le varie amministrazioni locali, visto anche che l’obbligo dell’utilizzo delle risorse derivanti dalle 0,8 per mille per ridurre il carico della tassa sulle famiglie a reddito medio-basso è decaduto.
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Questo potrebbe dire meno fondi da destinare alle famiglie in difficoltà, anche se al momento nessuno dei Comuni che ha già dettato le regole in fatto di Tasi ha preso questa direzione.
Ad oggi solo 100 Comuni in totale hanno comunicato le aliquote e i requisiti per l’accesso agli sgravi, e tutte hanno previsto delle agevolazione per le famiglie in disagio economico.
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Non è da escludere, comunque, che potranno esserci degli aumenti rispetto all’importo pagato per l’Imu lo scorso anno, e che la platea di coloro che dovranno pagare questa imposta possa essere più larga.
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Altro nodo da sciogliere per avere un quadro completo della Tasi è capire come i comuni suddivideranno il carico fiscale sugli immobili tra proprietari e inquilini. Per questi ultimi è prevista la parte più piccola, compresa tra il 10 e il 30% del totale.