Si discute della tassa governativa sui cellulari da oltre vent’anni. La prima norma che ha legiferato in proposito è stato il Dm 33/1990, vale a dire il Regolamento concernente il servizio radiomobile pubblico terrestre di comunicazione. L’ultimo pronunciamento sulla questione è arrivato dalla Suprema Corte pochi giorni fa per ribadire che la tassa governativa sugli abbonamenti dei cellulari è legittima.
La sentenza è la numero 23052 ed è stata registrata il 14 dicembre scorso. La Suprema Corte ha praticamente fatto qualcosa di “rivoluzionario” nel senso che ha ribaltato completamente il pronunciamento precedente spiegando che
“L’attività di fornitura di servizi di comunicazione elettronica, pur caratterizzata da una maggiore libertà rispetto alla normativa precedente, resta comunque assoggettata ad un regime autorizzatorio da parte della pubblica amministrazione, con la particolarità che il contratto di abbonamento con il gestore del servizio radiomobile si sostituisce alla licenza di stazione radio. Tale permanente regime autorizzatorio, pur contrassegnato da maggiori spazi di libertà rispetto al passato, giustifica il mantenimento della tassa di concessione governativa.”
Tutto nasce dalla richiesta inoltrata da parte di alcuni Comuni che fino a questo momento avevano anche ottenuto delle sentenze favorevoli, riguardo la richiesta di rimborso della tassa di concessione governativa sugli abbonamenti telefonici cellulari.
La Cassazione ha rigettato così le istanze di rimborso e si è messa dalla parte dell’Amministrazione finanziaria.