I principali analisti statunitensi non hanno dubbi. Passerà molto tempo prima che la Federal Reserve Bank decida di alzare i tassi di interesse Usa.
La stretta monetaria, dunque, può ancora aspettare. La FED teme che ciò possa configurarsi come un ‘hard landing’, un ‘atterraggio duro’ per il sistema economico. Le conseguenze sarebbero pesanti: tra queste la rinuncia alla propria decisione, e una drastica perdita di credbilità.
Così, gli esperti sono concordi nel commentare:
La Fed preferirà prendersi del tempo, magari monitorando attentamente le variazioni del dollaro sul mercato valutario. Ammettiamo, continua, che il biglietto verde si apprezzi di un altro 5-7%. Ciò si tradurrebbe in un contraccolpo per l’economia USA, sia in termini di minore competitività delle sue aziende, sia di impatto negativo sull’inflazione. Lo scenario non sembrerebbe così lontano, dato che altre banche centrali del pianeta si starebbero muovendo nella direzione opposta a quella intrapresa dalla Fed, che ha appena cessato il piano di allentamento monetario o QE, dopo ben 6 anni dalla sua prima attuazione. La Fed non dovrebbe alzare presto i tassi, nonostante i fondamentali sulla crescita, l’occupazione e l’inflazione indicherebbero che questa dovrebbe essere la mossa giusta.
Secondo le ultime indicazioni ravvisabili nel comunicato di fine ottobre del Fomc, il governatore Janet Yellen potrebbe optare per il primo rialzo dei tassi alla fine di aprile, dato che all’ultimo consiglio sono spariti i riferimenti al lasso di tempo considerevole che dovrebbe passare tra la fine degli stimoli monetari e la svolta dei tassi.
Nel contempo, non è stata più espressa preoccupazione per il livello di sotto-occupazione sul mercato del lavoro, né con riguardo a un’inflazione più bassa del target.