Telco, holding alla quale fa capo il 22,4% di Telecom Italia, è prossima alla scissione. Lo scioglimento della società è stato deliberato durante lo scorso giugno ed ora si passa alla pratica.
La scissione diventerà operativa nel momento in cui l’Antitrust brasiliana Cade, l’Autorità regolamentare brasiliana Anatel e l’Autorità argentina Cncd daranno le loro autorizzazioni. Tuttavia, è difficile che questi documenti arrivino prima della fine dell’anno.
Le iniziali attese dei soci contemplavano le autorizzazioni per febbraio 2015 come data possibile per avviare i lavori. Dalla scissione di Telco saranno create quattro differenti società a cui faranno capo la quota azioni di Telecom Italia e il debito di competenza.
E mentre si lavora il break up di Telco, si iniziano a fare i conti delle possibili sinergie in Brasile. Una eventuale integrazione di Tim Brasil e Oi potrebbe generare sinergie per un totale superiore ai 7 miliardi, più di quanto la Borsa prezza oggi il 67% di Tim Brasil detenuto da Telecom Italia.
Quali sarebbero i vantaggi di una combinazione tra Oi e Tim secondo gli analisti?
Le sinergie estraibili nel giro di 3-5 anni sono di molto superiori a quanto si possa immaginare: 4,8 miliardi euro secondo Morgan Stanley, 7 miliardi per Jp Morgan. Il rovescio di questa cuccagna da 7 miliardi sono i rischi di esecuzione, operazione che dovrebbe essere portata avanti da un management competente sul fisso e sul mobile, con profonda conoscenza del mercato delle regole e delle regole brasiliane. A detta degli esperti di Berenberg una vendita cash di Tim Brasil aumenterebbe il multiplo Ev/Ebitda a 7,5, che si tradurrebbe in un target delle ordinarie di 1,26 euro e delle risparmio di 1,01 euro mentre una fusione tra Tim Brasil e Oi, nei termini corretti e con eventuali cessioni e il 50% di sinergie, porterebbe ad un incremento di target a 1,18 euro per le ordinarie e a 0,95 euro per le risparmio.