Nella giornata di ieri, il board di amministrazone di Telco, cui fa capo il 22,4% di Telecom, si è riunito per l’ultima volta al fine di approvare il bilancio al 30 aprile e, soprattutto, per prendere atto del verificarsi della condizioni per la scissione con il via libera arrivato dalle autorità argentine e brasiliane.
Si legge in una nota:
In data odierna è stato stipulato l’atto di scissione di Telco che diventerà efficace a partire dall’iscrizione nel registro delle imprese delle società beneficiarie. Alla data di efficacia, le azioni ordinarie di telecom italia detenute da Telco – pari al 22,3% del suo capitale ordinario – verranno ripartite come segue: il 14,72% alla newco controllata da Telefonica, il 4,31% a quella del gruppo Generali e l’1,64% a ciascuna delle newco controllate rispettivamente da Intesa Sanpaolo e da Mediobanca. Con l’efficacia della scissione cesserà ogni effetto del patto parasociale in essere tra i soci di Telco.
Nel contempo, vengono rilanciate le indiscrezioni che vogliono i francesi intenzionati a salire nell’azionariato del gruppo italiano, arrivando fino al 15%. Le voci riportate da Bloomberg dicono che nessuna decisione è stata presa, ma l’aumento del range della quota dal 10 al 15% (una percentuale che vale 3 miliardi di euro) potrebbe arrivare già entro il prossimo mese.
Sempre sul fronte Telecom, a seguito del tutto esaurito tra gli investitori istituzionali, anche la parte dell’Ipo di Inwit (il 10%) finalizzata al retail risulta tutta prenotata. L’Offerta pubblica di vendita per la quotazione delle torri di Telecom, che termina domani, si avvia ad andare in porto per l’intero ammontare, greenshoe compresa (40% del capitale): l’offerta sarebbe stata coperta 7 volte. Da quanto si evince è stata ristretta nella parte centrale la forchetta di prezzo per il collocamento delle azioni: 3,5-3,65 euro (dai 3,25-3,9 euro iniziali), pari a una valorizzazione dell’intera azienda di almeno 2 miliardi.