C’è accordo sulla Tobin tax tra gli 11 Paesi della cooperazione rafforzata, con la tassazione che partirà in modo graduale a iniziare dalla fine dell’anno. Ad annunciarlo il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan.
Tra gli 11 Paesi, Italia compresa, «c’è accordo per andare avanti nel processo di adozione della tassa sulle transazioni finanziarie, con l’impegno di avere i primi risultati concreti che tasseranno le azioni e alcuni derivati per la fine di quest’anno», ha detto Padoan.
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La Tobin Tax rientra nell’impegno preso dagli ’11’ di fronte alle proprie opinioni pubbliche nel momento cruciale della crisi finanziaria (se ne parla ormai da circa tre anni) e rientra anche nell’impegno tra i partiti della Grande Coalizione tedesca. L’accordo interessa nello specifico Italia, Francia, Germania, Belgio, Austria, Portogallo, Grecia, Slovacchia, Spagna ed Estonia. Sono gli stati che hanno dato il via a una cooperazione rafforzata sul tema, eccetto la Slovenia che pur avendo aderito alla cooperazione, non ha sottoscritto l’accordo raggiunto per la crisi di governo in corso a Lubiana.
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L’accordo raggiunto sulla Tobin tax rimane sicuramente vago ed è criticato da parte di molti degli stati Ue che non lo hanno sottoscritto. Il ministro delle finanze olandese, e presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha detto che i Paesi Bassi «non sono nella condizione di sottoscrivere questo accordo» poichè è basato «su un compromesso minimo,» e che non è chiaro sui prodotti coinvolti dalla tassazione e sui tempi. Anche il ministro delle finanze svedese Anders Borg è stato molto critico verso la tassa. «È difficile comprendere la logica di questa tassa,» ha detto Borg.