Per circa tre anni si è parlato della possibilità del collasso dell’euro, in mezzo a una crisi finanziaria dell’Europa che sembrava inghiottire tutto. Dopo questi tre anni consecutivi di revisioni al ribasso del Pil, nel 2014 è prevista la ripresa dei Paesi europei anche se leggera.
L’Eurozona è stata comunque la regione mondiale maggiormente preferita per gli investimenti negli ultimi cinque mesi, secondo un sondaggio della Bank of America Merrill Lunch. Inoltre, i Paesi periferici, i più colpiti dalla crisi, stanno suscitando molto interesse.
A gennaio in Grecia il Purchasing Managers Index è tornato in territorio di crescita per la prima volta da agosto 2009 e vi è la sensazione tra alcuni esperti che si potrebbe uscire dalla recessione quest’anno. La notizia è buona anche per gli altri Paesi che hanno economie difficili come l’Italia e la Spagna. In questi Paesi c’è la crescita della produzione e degli ordini. Secondo Markit, questo è un segnale importante di come anche le economie più difficili tra gli Stati membri dell’euro stanno tornando alla crescita.
Di recente, Barry Norris, responsabile degli investimenti presso Argonaut Capital Partners, ha aumentato il suo peso nella regione e lascia pensare che potremmo essere all’inizio di un periodo di rendimenti eccezionali dai mercati azionari dell’Europa meridionale.
L’Europa sta diventando quindi un buon mercato come molti affermano? Ci sono più opportunità nei Paesi periferici che nei mercati più sviluppati?
C’è il rischio che la crisi dell’euro stia entrando nella sua seconda fase, più dificile. La realtà emergente della deflazione preoccupa e la Banca centrale europea (Bce) continuerà a tergiversare su nuovi stimoli.