Toshiba paga lo scotto dell’enorme scandalo riguardante la manipolazione dei bilanci, grazie alla quale i conti dell’azienda sono stati gonfiati di 1,125 miliardi di euro nell’arco di sette anni.
L’amministratore delegato del gruppo giapponese dei reattori nucleari, dei chip e della componentistica elettronica, Hisao Tanaka, si è dimesso ieri dopo essere stato indicato come responsabile di irregolarità nella presentazione dei conti. Lo ha comunicato il gruppo stesso in un comunicato. Anche due suoi predecessori, Norio Sasaki, oggi vicepresidente, e Atsutoshi Nishida, consigliere speciale, hanno deciso di lasciare i loro incarichi, così come altri cinque membri del consiglio di amministrazione.
In una nota diramata alla chiusura della Borsa di Tokyo il gruppo giapponese ha annunciato con queste parole le dimissioni dei manager e dei membri del consiglio di amministrazione (complessivamente la metà del cda):
Presentiamo tutte le nostre scuse per le irregolarità contabili pari a 151,8 miliardi di yen (1,1 miliardi di euro, ndr) negli anni che vanno dal 2008-2009 al 2013-2014, rivelate dal rapporto di un comitato di esperti così come per la mancata presentazione dei conti del 2014-2015.
L’attuale presidente di Toshiba, Masashi Muromachi, che non ha per statuto un ruolo esecutivo, assume temporaneamente i comandi del gruppo.
Stando a quanto emerso dal report, il management dimissionario ha scelto di posporre le perdite di bilancio, mentre ai sottoposti veniva di fatto impedito di interferire con il loro disegno. Le attese dimissioni di massa hanno determinato un balzo del titolo Toshiba in Borsa (+6,13%). “I profitti fraudolenti erano già stati scontati dal mercato”, come ha dichiarato Naoki Fujiwara a Bloomberg. In ogni caso, le svalutazioni miliardarie sono tre volte superiori ai 55 miliardi di yen che Toshiba aveva inizialmente stimato.