Sarà vera gloria? Per il momento, l’unica cosa certa, è che il numero delle imposte, comunali e non, che hanno sostituito la vecchia IMU, l’imposta municipale unica, saranno decisamente più numerose. L”‘unica” sarà infatti, come è noto, a breve sostituita dalle “plurime”, le diverse imposte attraverso le quali i contribuenti dovranno imparare a districarsi. A cominciare dai nomi.
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Le prime ad essere emerse, già in fase di elaborazione della Legge di Stabilità, ormai più di un mese fa, sono dunque:
- la Trise, l’imposta sui servizi, formata dalle due diverse componenti Tasi e Tari – qui di seguito
- la Tari, l’imposta sui rifiuti
- la Tasi, l’imposta sui servizi indivisibili.
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Ma la questione delle tasse sugli immobili e sui servizi in Italia ancora non ha trovato una soluzione definitiva e tra gli emendamenti presentati alla Legge di Stabilità negli ultimi giorni, che aspettano di essere passati al vaglio della commissione Bilancio del Senato, spunta una nuova imposta comunale.
Si tratta del TUC, il tributo unico comunale, a cui dovrebbe spettare il compito di sostituire sia l’IMU sia la Trise, che, a quanto pare, potrebbe essere destinata ad andare in pensione senza neanche essere stata approvata.
Anche il TUC, tuttavia, al pari della Trise, sarà composto da una doppia componente, una relativa all’ambito immobiliare vero e proprio e una relativa ai servizi indivisibili.
Questo nuovo tributo comunale potrà arrivare però al massimo al 10,6 per mille della rendita catastale.