L’associazione delle banche popolari ha bocciato il decreto del governo atto alla trasformazione in società per azioni.
Assopopolari è dell’idea che il provvedimento del governo è foriero di conseguenze negative sul risparmio nazionale e sul credito famiglie piccole e medie imprese, per un paese, come il nostro, privo d’investitori di lungo periodo in aziende bancarie. Inoltre Assopopolari considera il decreto ingiustificato e ingiustificabile. Non lasceremo nulla di intentato, perché il Decreto venga meno e l’ordinamento giuridico continui a consentire a tutte le banche popolari di mantenere la propria identità.
Così gli esperti:
Il governo Renzi ha varato per decreto una riforma che obbliga le banche popolari con più di 8 miliardi di asset a trasformarsi in spa entro 18 mesi dalla pubblicazione dei regolamenti attuattivi. Attualmente i soci delle banche popolari possiedono un voto indipendentemente dal fatto che abbiano un’azione sola o diecimila. Con la trasformazione in spa, ogni azione avrà un diritto di voto. Uno dei rischi è che alcune banche popolari possano finire in mano a investitori esteri. Non deve esserci una politica economica finalizzata esclusivamente a trasferire la proprietà di una parte rilevante del sistema bancario italiano alle grandi banche internazionali. Il modello di banca territoriale non è risultato sostenibile al di fuori della banca cooperativa, vuoi nell’articolazione della banca popolare, vuoi della Bcc.
Secondo Assopopolari, il processo di consolidamento del settore oggi segna il passo, non perché ostacolato dalla forma giuridica delle banche popolari, ma per l’avvento di regole e prassi di sorveglianza europee particolarmente avverse alle attività di finanziamento di famiglie ed imprese, e particolarmente severe verso intermediari che operano in paesi da lungo tempo in recessione e con elevato debito pubblico come l’italia.